Nella crepuscolare andatura del tempo, un’eco risuona nel creato…È nato! È nato il Salvatore!
Cercavano un Dio tra le stelle, importante, ricco e onnipotente, invece trovarono un bambino fragile, indifeso e sconosciuto! La storia dei Magi non finisce di stupirci. Più che i loro vestiti appariscenti ci colpiscono i forti contrasti che percorrono il racconto. I lontani si avvicinano e i vicini si allontanano.
A Betlemme si trovarono di fronte a un piccolo bambino…possiamo dire un Dio “figlio” … affidato alle mie, alle nostre cure…un figlio da far crescere in noi, da proteggere e custodire. Il dono di Gesù è per ognuno. Viviamo in comunità, ma si soffre e si fatica per la propria salvezza.
Il dono di Gesù è un dono individuale, e proprio per questo che davanti alla mangiatoia ci devo essere anch’io!
Questa deve essere stata l’adorazione dei Magi. “Adorazione – ha detto Papa Benedetto – viene da una parola latina che dice contatto, bacio, abbraccio quindi in fondo amore, perché colui che adoriamo è amore”. Il volto dell’uomo prende la forma di ciò che contempla!
È questo il significato del viaggio dei Magi, una ricerca dell’incontro. Nei loro scrigni non solo oro incenso e mirra, ma l’impegno di un cammino insieme.
Non stanchiamoci di camminare! Quando il percorso diventa difficile, cogliamo semplicemente l’attimo che invade l’anima e proseguiamo per la tappa successiva, dove, un’altra emozione è pronta a dimostrarci quanto sia vero che il meraviglioso è solo nel sapersi meravigliare.
Giuseppe Gallo