Domenica 19 gennaio è la "domenica della Parola": per promuovere l'annuncio della Parola di Dio. Stavolta vi parlo di un'esperienza personale: LA LECTIO DIVINA
Vorrei raccontare, senza addentrarmi in questioni tecniche, una piccola storia personale.
Era il 1985 e frequentavo la prima media quando mi venne proposto per la prima volta di fare una “Lectio Divina”, che tradotto significa “una Divina lettura”.
Da qualche anno era stato nominato come nostro Arcivescovo il Cardinale Carlo Maria Martini, già biblista di fama mondiale.
Martini si era interessato alla Bibbia fin da piccolo, ma allora non era facile trovare traduzioni in italiano.
Infatti Carlo Maria racconta: «Mi misi a cercare nelle biblioteche di Torino una traduzione italiana del Nuovo Testamento completo. Trovai edizioni dei Vangeli, ma facevo fatica a trovare un’edizione completa del Nuovo Testamento tradotta dal greco. La trovai solo dopo parecchie ricerche. Avevo allora circa undici, dodici anni.»
Alla stessa età, io avevo già letto più di una volta il Vangelo, perchè, oltre a sentirlo in italiano ogni domenica quando andavo a Messa, mi era stato regalato un bellissimo e famosissimo vangelo a fumetti adatto ai bimbi:
Non mi era mai capitato però, di fermarmi a pregare sul testo del Vangelo, trattandolo come uno scrigno prezioso in cui cercare tesori nascosti.
Carlo Maria Martini però spingeva perchè tutti imparassero a farlo!
Per questo riportò alla ribalta la pratica molto antica della “Lectio”, cercando di diffonderla e proporla a tutti.
In cosa consiste la Lectio Divina?
I primi tentativi
In prima media mi fu proposto di leggere un brano del Vangelo e di sottolineare i soggetti e i verbi, cercando di capire che cosa faceva Gesù e di pensare alle sue azioni.
Che cosa avrei fatto io al suo posto? Questo esercizio doveva poi trasformarsi in una preghierina da fare a Gesù, chiedendogli di imparare ad agire come lui e doveva portarmi a farmi spesso questa domanda, soprattutto quando mi trovavo in una situazione difficile: che cosa faresti Gesù al mio posto?
Il pane quotidiano
La Lectio, in seminario diventò il pane quotidiano.
Ogni giorno eravamo invitati, fin dalla seconda media, a leggere il brano di Vangelo del giorno dopo e a fare una piccola Lectio Divina che pian piano ci venne spiegata in modo più dettagliato e adulto.
Quando frequentavo il Liceo, sempre in Seminario, mi era stato insegnato a suddividere la pratica di questo momento in tre parti, che corrispondevano ai primi tre momenti degli 8 passi della Lectio illustrati da Martini: la Lectio, la Meditatio, e l’Oratio.
Mi avevano insegnato a leggere la Parola di Dio, a comprenderla e a farla diventare preghiera. A questi tre momenti ne potevo aggiungere un quarto: l’Actio, ovvero la decisione di fare qualcosa per Gesù, qualcosa che lo Spirito Santo mi suggeriva a partire dalla Parola di Dio.
Consigli da amico
Per tutto l’Episcopato di Martini, la Lectio Divina “andava di moda”. In tutti gli Oratori i giovani venivano invitati a prendere confidenza con la Parola di Dio e a farla propria.
Ora, penso che alcune mode siano destinate a passare: di tempo in tempo ci si veste in modo diverso, cambiano gli stili, i colori, i tessuti. Rivestirci di abiti però non è una moda: è un’esigenza. Ebbene, credo che per il cristiano fare propria la lettura della Parola di Dio sia un’esigenza.
Il motto di quest’anno: “Rivéstiti di nuovo” passa sicuramente attraverso l’ascolto della Parola di Dio, e imparare a leggerla è una “abitudine” (nota la presenza dell’abito) che tutti devono imparare.
Non basta che tu ti affidi a quello che il sacerdote ha tirato fuori dal Vangelo! Occorre che impari anche tu a scoprirci i tuoi tesori!
Coraggio allora! La Parola ti aspetta: è stata pronunciata anche per te.