Luca Moscatelli: dalla comunità si riparte ogni giorno
Come ultima tappa del percorso “Trame di comunione”, giovedì 18 aprile abbiamo ascoltato l’intervento del biblista Luca Moscatelli sul tema della missione.
È stata una riflessione stimolante e a tratti provocatoria, com’è nello stile del relatore.
Riportiamo alcune riflessioni che sono scaturite dopo averlo ascoltato.
Essere missionari oggi è una condizione difficile e faticosa. Ci si sente impreparati per questo compito, spesso si è visti (per esempio) nel mondo del lavoro come quelli che “… vanno a Messa” e si viene interpellati su qualche tema di carattere religioso quando qualche situazione pubblica provoca le persone intorno a noi. Luca Moscatelli ha proposto di essere pacificati per essere missionari: questo può essere infatti un aspetto faticoso nella nostra vita, perché spesso non riusciamo ad essere in pace con noi stessi.
Una delle riflessioni che maggiormente hanno colpito è quella che rimanda alla dinamicità dell’annuncio del Vangelo, e quindi alla missione. Bisogna infatti evitare di rimanere immobili: camminando, mettendosi nello stile del movimento, uscendo da quelle che il relatore, usando una metafora, ha chiamato le nostre porte sbarrate.
Infatti bisogna ricordare che l’amore continua ad essere in uscita, non si ferma, cerca strade nuove, va oltre le disillusioni, proprio come Dio è sovrabbondante nella nostra vita. Gli incontri con Lui sono sempre inattesi e spesso si accompagnano a risultati inattesi: può infatti accadere pertanto di accorgersi di essere diventati, con stupore, punti di riferimento per gli altri, ascoltatori di confidenze o interlocutori per scelte da intraprendere.
L’apertura all’incontro con gli altri si manifesta con il desiderio di testimoniare semplicemente con la propria vita che il nostro agire è una conseguenza dell’incontro con Cristo. Questo modo di vivere la missione è alla portata di tutti, in tutte le nostre giornate: è importante però riconoscere che per fare questo percorso dobbiamo essere aiutati a crescere nella Fede. Anche quest’anno gli incontri sono sicuramente serviti per discernere maggiormente la strada di Fede che ciascuno di noi sta percorrendo nella propria vita.
Infine Luca Moscatelli ha terminato il suo intervento accennando ad un tema importante: la paura della morte, intesa anche come la paura di perdere le cose che abbiamo. Potremo sempre avere paura di perdersi e di perderci, ma ci ha ricordato che la morte non avrà mai l’ultima parola. L’incontro col Risorto ci dà questa pace.
Luisa Elia e Marino de Stena