Il nostro seminarista ci parla di questo tempo dell'OE...
“Fare fiorire quel buono di noi anche se tu, tu non lo sai” così canta Giorgia in una delle sue più famose canzoni. Un’immagine che rappresenta molto bene la realtà dell’oratorio. Un tempo che Dio usa per permettere di farci scoprire i tanti doni e talenti che ci ha affidato, anche se noi spesso non ne siamo consapevoli.
Quindi il tempo dell’oratorio si distacca dal “chrónos”, cioè un fluire del tempo scandito dai minuti a dalle ore, ma entra a pieno titolo nel “kairós“, un tempo particolare di grazia, un tempo di decisione che ci permette di fare scelte importanti per la nostra vita. Ed è un kairós perché per molti rappresenta un modo di ritornare a Dio.
Ritornano a Dio nei sacramenti e nella preghiera. Le nostre giornate iniziano con la Messa, e non mancano nel corso della giornata momenti di preghiera e formazione. Fanno esperienza di Dio attraverso i tanti legami che si creano, l’amicizia si sa è uno dei luoghi privilegiati dove si può sperimentare la sua presenza. E questo vale per animatori, bambini e… seminarista!
Parafrasando Qoelet, potremmo dire, che c’è un tempo per fiorire e un tempo per raccogliere. Allora prepariamoci al grande lavoro che ci aspetta all’inizio del nuovo anno pastorale, e proprio come dice la sigla “raccogli i tuoi frutti, prenditi cura tu per tutti”!
Vincenzo Pugliese