Vorrei vivere la Quaresima senza i miei “se” ma con quelli di Dio!
…E la libertà di poter aprire gli occhi sul senso della mia vita e di quella del mondo.
Nessuno apre gli occhi per caso. Nemmeno il cieco che si è trovato davanti Gesù.
Per arrivare alla luce serve una strada. Per vedere ci vuole un cammino.
L’alibi che frequentiamo troppo spesso è invece quello di un cammino impossibile per il fatto che non vediamo chiaramente!
Quante volte mi è capitato di sentire espressioni tipo: “eh don, non so, non ho più molta fede, perciò faccio un passo indietro”.
Ma cosa vuol dire avere “molta fede”?
Forse la fragilità nella fede propria del nostro tempo nasce da una malattia del desiderio e del sospetto.
Se il cieco nato si fosse ritratto infastidito da un Gesù che lo toccava nell’intimo con quel fango spalmato sugli occhi… Se si fosse rifiutato di compiere il cammino che il maestro gli proponeva, sarebbe rimasto al buio, nella sua cecità.
Invece, pur avendo tutte le ragioni per diffidare di chiunque, il suo desiderio non era spento come lo erano i suoi occhi, e passo dopo passo lo ha condotto alla visione.
Dobbiamo accendere i desideri giusti, sul cui fuoco il nostro tempo non soffia mai o soffia poco! E dobbiamo fare attenzione agli inganni del mondo, per cui colui che ci potrebbe liberare è proprio quello di cui ci si fida meno.
Forse questa, insieme agli altri può essere un’attenzione importante per questo tempo di Quaresima.
