Hai mai fatto caso al comportamento del bambino curioso di fronte ad un oggetto mai visto prima? Lo gira e lo rigira tra le mani, quasi per studiarlo in ogni suo più piccolo dettaglio!
E il bello è che non sa come si usa, e dunque deve provare a vedere che cosa succede a schiacciare un pulsante, a girare una manovella, a maneggiare insomma, ciò che è sconosciuto e ancora tutto da scoprire!
In questi giorni, in maniera del tutto inaspettata, ci sta accadendo la stessa cosa con la vita. Eh già cari amici!
Quando salta tutto, l’uomo ridefinisce i suoi parametri di valutazione delle cose, del mondo, dei valori, delle priorità.
Come stiamo rivalutando la fede?
Forse per qualcuno passerà in secondo piano, come fosse un “bene di lusso”, per la cui coltivazione ora non c’è tempo, perchè ci sono realtà ben più cruciali di cui occuparsi.
Per molti altri invece si potrà finalmente dare alla fede il senso che essa ha sempre avuto: quello di aiutarci a vivere bene la vita, nei suoi momenti più belli, ma soprattutto in quelli più bui e faticosi.
E allora si capisce che non si vive per la Quaresima, o per pregare, o per andare a Messa, ma tutte queste cose servono per vivere.
A tutti quelli che stanno vivendo momenti di angoscia, di solitudine, di sconforto, a quanti sono alle prese con l’incertezza sulla propria sorte e su quella dei propri cari:
Il Signore vi sia vicino nel giorno dell’angoscia,
e vi doni la forza che fu di Gesù Cristo,
uomo dei dolori, che ben conosce il patire.
Tutte le preghiere che avete imparato,
tutti i momenti di intimità con il Signore
che avete vissuto, vi vengano in soccorso ora, nel giorno della prova.
E per chi è solo, lontano dai parenti, nella terapia intensiva dei nostri ospedali: il Signore conceda di sentire la forza del dono e della gratuità evangelica di tanti operatori sanitari. Siano essi i veicoli dello Spirito Santo,
i portatori della mano di Dio che non abbandona.