In un tempo in cui non è facile promettersi per qualsiasi azione di impegno gratuito, lascio a questo bell'intervento di Luigino Bruni, di darci qualche spunto per trovare le forze di dire sì e metterci a servizio.
A volte noi diciamo, usando una metafora che magari aiuta, che il volontariato è un po’ come il limoncello durante la cena, cioè dopo il primo il secondo, il contorno la frutta se c’è viene il limoncello, se non c’è si mangia lo stesso.
Insomma, qualcosa di non essenziale, qualcosa per le anime belle, qualcosa che fanno le persone particolarmente motivate, però in fondo è un lusso che ti puoi permettere quando sei in pensione, quando hai tempo ma non è qualcosa di essenziale. Questo è un antico problema, la carità dà il di più, il di più che poi diventa non necessario e finisce con il diventare superfluo.
Quindi il volontariato oggi deve lavorare culturalmente – già lo fate ma bisogna insistere – non rivendicando, ma dicendo, mostrando, facendo vedere che non è il limoncello ma è il pranzo. È il come si sta a tavola. Chi mangia e chi non mangia, come si distribuisce il cibo, come devono essere i rapporti mentre si mangia. Ecco perché l’arte della gratuità non è l’arte delle cose gratis, è l’arte del vivere, è l’arte dell’eccedenza necessaria per poter vivere bene insieme.
Quindi, la disistima per la cura, considerata in passato faccenda di schiavi, di servi e poi di donne per tanti secoli costrette a occuparsi di cura ha accomunato, ha portato con sé anche una disistima per il volontariato che è una cosa che non si addice alle persone serie che hanno da fare. Quindi, se noi non lavoriamo lì, su questo punto, il volontariato come bene primario della vita in comune, come qualcosa che quando manca è come l’aria, finché c’è non te ne accorgi, ma quando ti ammali capisci cosa è. Il volontariato va rivisto e considerato molto dal punto di vista proprio culturale, antropologico, sociale.
Luigino Bruni
economista e storico del pensiero economico, editorialista di Avvenire, è ordinario di economia politica alla LUMSA dopo aver ricoperto fino al 2012 il ruolo di professore associato all’Università di Milano-Bicocca