Ormai è chiaro che questa Quaresima duemilaventi non si giocherà secondo i programmi prestabiliti.
Siamo partiti quasi increduli, come di fronte ad uno scherzo surreale, ma pian piano si è capito che i nostri governanti, in dialogo con gli esperti, avevano fatto da subito le scelte che era necessario fare.
Prima ancora di parlare di noi, vorrei dire un grazie a tutti loro: grazie a chi deve prendere le decisioni per tutti e lo fa con coraggio. Grazie a chi sta andando a sbattere con il lato peggiore della crisi, nelle corsie degli ospedali e nelle interminabili ore di laboratorio. Grazie a chi sta cercando soluzioni per il bene di tutti, in termini medici, economici, umanitari, politici.
Non finirò di dirlo: grazie! E tacciano la nostre piccole polemiche, i nostri “secondo me” fondati su visioni limitate. Cresca invece la fiducia. Negli altri e nelle forze invincibili della grazia, che è lo Spirito Santo. Ma veniamo a noi adesso…
Bene! Questa Quaresima, per i veri cultori sembra quasi impossibile: come si fa a viverla, quando mancano le celebrazioni, i contenuti delle meditazioni, i tempi per le preghiere comuni?
Mentre me lo domandavo, mi veniva in mente questa espressione: “Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per esser tentato dal diavolo” (Mt 4,1).
La Quaresima che prendiamo come modello ogni anno, ovvero quella di Gesù stesso, può venirci in aiuto proprio in questo 2020, lanciandoci una sfida assolutamente inedita: questa volta il deserto non è semplicemente una possibilità, ma si è materializzato intorno a noi.
Se ogni anno lo dobbiamo andare a cercare, stavolta è qui, in tutta la sua durissima realtà, proprio come quello in cui Gesù andò, sotto l’azione dello Spirito: VUOTO. Desolato… Perfetto.
Quando mi dico che è impossibile una Quaresima senza la Messa o la Via Crucis, o l’adorazione… immagino il Maestro, che si volta, mi sorride, e mi sussurra: “Allora? Coraggio! Seguimi!”. No fratelli, questa non è una Quaresima da meno, rispetto alle altre… è semmai qualcosa in più!