A proposito della Santa Famiglia di Nazaret
L’atmosfera ieratica che circonda la Santa Famiglia è quasi palpabile: sembra di avere a che fare con un’icona disincarnata.
Mentre celebriamo la festa di una famiglia alla quale vorremmo ispirarci, sembra quasi che le parole della liturgia ci dicano quanto essa sia diversa e irraggiungibile.
Propongo quindi, per la nostra salute e il nostro cammino, che proviamo a dire semplicemente questo: la Santa Famiglia NON ERA una famiglia normale!
Forse potrebbe essere una constatazione ovvia, ma messa in questi termini, questa “diversità” che rischia di essere demotivante (noi non saremo mai così!) o addirittura deresponsabilizzante (noi non possiamo pretendere di diventare così!), diventa finalmente occasione di simpatia e speranza: la Santa Famiglia, normale non era!
Alleluia: il concetto stesso di diversità diventa finalmente ospite gradito e non spauracchio temuto o addirittura sventolato alla prima avvisaglia di qualcosa che non è secondo gli schemi!
Emblema di tutte le nostre diversità eccepibili, la Santa Famiglia diventa capace di liberarci il cuore e di farci assumere uno sguardo pacificato su noi stessi anzitutto, e anche – non di meno – su coloro che ci stanno di fronte e che non rientrano nelle nostre definizioni.
Tutto qui?
Ovviamente no, perchè la Santa Famiglia ha comunque qualcosa da proporci: se la sua peculiarità non può renderla normale, il suo modo di starci dentro la rende normativa, e cioè capace di essere un riferimento e un traguardo per tutte le nostre famiglie, ovunque esse si trovino e qualsiasi situazione vivano. Come Giuseppe possiamo destarci ad una responsabilità che viene da un sogno grande; come Maria, la ragazza che ha detto “sì” possiamo imparare a non tirarci indietro davanti alle esigenze dell’amore e alle proposte di Dio; come Gesù, possiamo infine provare a crescere in sapienza, età e grazia, anche quando la nostra identità non ci rende le cose più facili…
Insomma, non ci interessa andare a caccia di famiglie normali, ma di seguire quella famiglia che ha saputo vivere la propria anormalità non come un limite ma come un’occasione da non perdere.