... e vanno in scena gli animatori!
Questo è il loro motto, ed è tutto fuorchè scontato.
Chi sono infatti, questi animatori? Beh non certo conigli che escono da qualche cappello magico!
Loro sono sempre i nostri adolescenti: le vittime di due anni di pandemia che portano ferite che emergono pian piano e non sono certo dovute ai vaccini! Sono i figli di una generazione X di postmoderni che si è lasciata tante cose alle spalle (ahimè spesso anche quelle importanti); sono gli zoomers in cerca di definizione, propensi alle “condotte a rischio” e in cerca della loro identità anche sessuale.
Sono, più concretamente, i nostri figli, in bilico tra slanci e insicurezze, camerette entropiche e tirate di studio al recupero disperato di qualche materia troppo trascurata.
Ma sarebbe limitante etichettarli come fossero fatti con lo stampino: sappiamo bene che ogni persona – di fondo – sfugge alla definizione, anche quando le definizioni dicono qualcosa di vero.
L’identità dei nostri adolescenti va oltre, ma non – a mio avviso – solo per il fatto che sono intrinsecamente soggetti unici e irripetibili, ma anche perchè ciò che realmente li definisce non sono le loro caratteristiche già date, ma le loro stesse scelte.
Proprio per la scelta che hanno fatto dunque essi saranno quest’anno animatori, e in questa definizione il mondo che abbracciano spalancherà nuove consapevolezze e nuove possibilità!
In questi 23 anni trascorsi con i ragazzi e con i giovani, mi è capitato spesso di raccogliere le loro confidenze in merito all’importanza che esperienze come quelle dell’impegno in oratorio hanno avuto nei confronti della loro identità.
In tanti hanno riconosciuto che alcune delle loro competenze, consapevolezze, ma anche delle loro scelte, sono figlie di esperienze come quella che oggi gli animatori si accingono a vivere.
Provo a chiedermi il perchè dell’importanza di questo sì dei ragazzi.
Nel cercare la risposta mi viene in soccorso proprio il loro motto di quest’anno, che per certi aspetti rivela la caratteristica che accomuna tutte le esperienze di questo tipo: essere per qualcuno.
“NOI per TE” dice due cose: prima di tutto che gli animatori in queste settimane non si percepiranno come dei soggetti solitari al centro di un mondo che ruota loro intorno ma come una catena di amici che insieme, questo mondo, vogliono abbracciarlo!
In secondo luogo (e questo è decisivo): che la loro postura sarà quella del dono. “NOI per TE” dice la propensione, l’attitudine, l’atteggiamento con cui saranno insieme nel mondo degli altri, in queste cinque settimane.
È stato detto che la domanda più importante che porta a maturazione non è “chi sono io” ma “per chi sono”: mettere al centro questo interrogativo sarà per questi ragazzi un dono immenso in questo tempo decisivo della loro vita, ed essi stessi potranno sentire la gioia di essere un dono immenso per qualcun altro.
In bocca al lupo animatori!