Passa la Pasqua e sembra quasi di essere arrivati in cima alle montagne russe.
Già! Perchè siamo saliti faticosamente verso l’alto, passo dopo passo, fatica dopo fatica, e adesso, improvvisamente tutto si ribalterà per lasciar cadere il trenino in una picchiata inarrestabile che ci farà volare attraverso la fine della primavera per poi gettarci nell’estate!
Una selva fittissima di appuntamenti, impegni e scadenze, anche religiose (battesimi, prime comunioni, cresime e matrimoni) disperde le famiglie in un vortice di emozioni che sembra ridurre al nulla quel clima di contemplazione che forse a fatica si era riusciti a creare.
Per non parlare delle scadenze scolastiche dei figli, e di quelle sportive che talvolta coinvolgono anche gli adulti in prima persona, mentre alle spalle di tutto, sempre, i ritmi di ferie e lavoro si alternano implacabili.
Questo tanto atteso tempo di Pasqua rischia paradossalmente di portarci lontano dalla Pasqua stessa.
È proprio in questa catena di eventi che abbiamo la necessità di ricordarci della Pasqua, intesa non come il punto più alto delle montagne russe, ma come la vetta che ci rivela il panorama che abbraccia tutta l’esistenza.
Da questa cima non si può mai tornare al quotidiano senza che ciò che abbiamo visto rimanga impresso negli occhi! Perchè se sulle montagne russe si sale soltanto per scendere, dal monte della Trasfigurazione i discepoli tornano con un cuore nuovo.
L’imperativo che trovo per me e che propongo anche a voi è dunque semplice: non disperderti. Continua a trovare spazi e momenti capaci di rendere il panorama della Pasqua quell’orizzonte che contempli ogni giorno.