Agosto, terra di mezzo per guardare il passato e sognare il futuro
Le strade di Quartiere si svuotano sotto il cielo d’agosto, lasciando al silenzio del vento caldo di quest’anno il compito di levigare la calma di un’estate che è sempre tempo di passaggio, terra di mezzo tra memoria e progetto.
La memoria di quello che abbiamo messo in cantiere e realizzato in un anno pastorale deve sedimentarsi, per dare ai pensieri e alla preghiera un punto di appoggio consistente.
Il progetto d’altro canto, da questa memoria deve nascere, perchè “ricordare” serve per preparare il futuro, oppure è solo nostalgia.
Vorrei dunque fare anche a voi le domande che mi sto facendo io, mentre mi aggiro in questa terra di mezzo del tempo di estate. Che cosa abbiamo vissuto di importante quest’anno? E cosa vorremmo vivere, quando riapriremo i battenti delle porte di un anno nuovo?
Lasciando perdere la logica del bilancio, così incline al versante dell’analisi dell’utile da rischiare – certe volte – di smarrire l’essenziale, vorrei invitarvi ad un atteggiamento altro, in questo processo della testa e del cuore.
Prendo spunto dal parroco che meglio mi ha conosciuto quando ero bambino: don Tomaso Montrasio. Lui era un giornalista e fu a capo del settimanale LUCE di Varese, e poi di Cantù e Mariano. Si firmava con uno pseudonimo: “Meraviglia”. La meraviglia era la chiave che gli permette va di leggere, pensare, cercare, progettare. Apriamo le porte alla meraviglia.
Cerchiamo ciò che – previsto oppure no – ha lasciato il segno in noi. A partire da lì, preghiamo, e scateniamo un desiderio costruttivo, spirituale, sempre meraviglioso, il solo da cui vale la pena di cominciare ancora.