Pensieri alla vigilia di Tutti i Santi
Siamo alle porte della festa di Tutti i Santi… Ma chi sono, questi santi?
Se non sto attento la mia immaginazione me li fa vedere tutti perfettini, bene in fila e dentro i ranghi, come gente che è finita sugli altari per insegnarci il galateo. Da questa idea dei santi nasce anche la convinzione che un cristiano debba essere sostanzialmente uno che “rispetta le regole”, con tutta la conseguente noia mortale.
Allora si capisce il famoso aneddoto di Mark Twain: “Scelgo il paradiso per il clima e l’inferno per la compagnia”. Dopotutto, se le cose stanno così, magari non hai nemmeno tutti i torti Mark!
Ma se i santi fossero tutt’altro?
Penso a Madre Teresa di Calcutta, che insegnava alle figlie dei ricchi inglesi e ad un certo punto ha lasciato il convento perchè quei muri erano troppo stretti.
O a San Filippo Neri che raccoglieva i ragazzi di strada e se li scorazzava dalla mattina alla sera, gettando al vento l’offerta di una comoda carriera! Per non parlare del grandissimo Francesco d’Assisi, che evidentemente considerava troppo normale essere un figlio di papà e così ha deciso di essere eccezionale, vivendo con i poveri e con i lebbrosi, trascinandosi dietro una schiera sconfinata di seguaci.
No, i santi non sono statuine benedicenti: non lo sono stati nella vita e sarebbe meglio evitare di rappresentarli in questo modo anche adesso che sono da un’altra parte! I santi non camminano: corrono. Loro non attraversano sulle strisce, perchè quando uno ama così forte, le regole non bastano più. I santi sono oltre. Altro che noia.