Cinquantottesima giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Il papa ci ha scritto un messaggio, collegato alla lettera apostolica “Patris Corde”, dal titolo “San Giuseppe: il sogno della vocazione”.
Che bello che vocazione e sogno stiano insieme. Ma è così! Perché la vocazione è un sogno. Mi piace pensare che è vero: non possiamo conoscere le vie del Signore, ma c’è un’eccezione che conferma la regola, perché c’è una via che noi possiamo sì conoscere, ed è quella della nostra vocazione.
La vocazione è il sogno che condividiamo con Dio, l’unica delle sue “vie” che noi non solo possiamo conoscere, ma che siamo invitati a riconoscere come nostra.
Papa Francesco non poteva trovare “testimonial” migliore di san Giuseppe per questo giorno: la qualità dei suoi sogni non solo svela la sua chiamata e indirizza il suo cammino, ma lo rende anche un maestro, per ispirare i nostri cammini. Se leggerete il messaggio per intero, scoprirete diverse sfaccettature dell’insegnamento di san Giuseppe, che possono fare di lui un maestro di vocazione. Ma dal messaggio emerge anche che cosa possa significare “pregare” per le vocazioni”: vuol dire che il credente comincia a lavorare sui suoi sogni, per allargarne il respiro.
Noi non sappiamo nulla della giovinezza di Giuseppe, ma sappiamo che ad un certo punto è stato pronto ad inseguire “traguardi alti e sorprendenti”. Pregare per le vocazioni è mettersi in cammino perché questa disposizione del cuore possa contraddistinguere la vita nostra e dei giovani che questa notte sogneranno ancora.