Sì, certo! è proprio lui! È il sofà dove Erdogan fa accomodare le signore… Ma tranquilli, niente di nuovo: è come sul computer… i files si identificano più facilmente se si vedono le loro icone.
L’icona di Erdogan dunque è d’ora in poi un divano! Lo sapevamo già… ma adesso l’etichetta di politico tarocco balzerà all’occhio anche per i più distratti.
Purtroppo però, questa piccola epifania di persone e relazioni, ha tolto il velo anche dall’altra parte della barricata, mostrando in Charles Michel un’Europa imbarazzata, che uno sgambetto è abbastanza per farla inciampare.
Qual è la lezione per noi? Non so, dite pure la vostra ma pensiamoci! Io, ad esempio, ho nostalgia di coloro che sono davvero dei “signori” e si riconoscono per gentilezza e tatto. Lo saremo anche noi cristiani di ogni ordine e “grado”? (Eh sì, perché nella Chiesa ahimè si parla ancora di “gradi”, e non sono certo i gradi di perfezione! Si parla di gradi come se il frutto della Pasqua fosse un esercito e non una comunità!).
Io ho poi ammirazione per la scioltezza con cui Gesù sceglie a chi mostrarsi vivente (quando si svela risorto ad una donna prima ancora di “salire dal Padre suo”)! Saremo anche noi in grado di mettere in discussione seriamente il posto che abbiamo dato da sempre alle donne, oppure è perennemente “troppo presto”?
Dalle nostre scelte dipendono le nostre icone, ma attenzione! Gesù ne approva una soltanto ed è quella dell’amore vicendevole: da questa ci riconosceranno come suoi discepoli.