è lo slogan di questo Mese della Presenza che si apre per la comunità
Una volta lo si diceva per lo più soltanto ai ragazzi, e – ammettiamolo pure – era un motto abbastanza tipico dei nostri ambienti di oratorio: giocati! Non perderti via! Entra in partita! Fatti avanti!
Raramente, anche da giovane sacerdote quale ero vent’anni fa, ho pensato di rivolgere parole del genere agli adulti.
Forse (un po’ come tutti gli altri), ero convinto anch’io che gli adulti avessero cose più importanti da fare! Anzi… credevo che per quelle stesse cose importanti, parlare di “mettersi in gioco” fosse qualcosa di sconveniente e un po’ superficiale.
Col tempo, diventando adulto anche io, mi sono reso conto che le faccende serie dei grandi non sempre producono una vita seria, laddove “serio” indichi:
che è degno della massima credibilità, fiducia, considerazione e stima in quanto rispondente ai requisiti di rettitudine, responsabilità, capacità.
Che cosa ci siamo persi?
Ci siamo persi tanto, se non abbiamo più tempo da spendere per gli altri; se non abbiamo più voglia di giocarci per qualcuno; se non riteniamo moralmente e umanamente importante fare qualcosa di gratuito per qualcuno e siamo totalmente assorbiti dalle nostre necessità.
Il tema che affronteremo in questo mese mette insieme gioco e servizio; due termini imparentati da un solo concetto: quello di gratuità.
Rifletteremo, pregheremo e (manco a dirlo) ci fermeremo, su questa necessità morale e spirituale così affaticata ai nostri giorni, che tutti sentono improvvisamente il bisogno di parlarne.