Hai fatto la cartella? Era questa la domanda immancabile della mamma alla vigilia del primo e di ciascun giorno di scuola! Di quella cartella (allora lo zainetto o il trolley si chiamava così…) ricordo benissimo il profumo, e tanti dettagli. È un ricordo nitido perché è stata compagna di mille e più giorni, talvolta leggeri, talvolta faticosi. Emozioni e risultati, vittorie e sconfitte, e non solo davanti al compito in classe ma soprattutto (più di quel che avrei detto), in rapporto agli amici, ai compagni, e al mondo adulto che voleva insegnarmi la vita.
Mi permetto di dare un consiglio al saggio (come recita quel modo di dire inglese): caro studente, grande o piccino, prepara bene lo zainetto. Preparalo prima, per tempo; non la mattina stessa ma la sera prima, anche se è tardi e devi andare a dormire!
E – cosa più importante – non metterci solo libri e quaderni. È importante – ricordatelo – che tu ci metta un desiderio. Entra ogni mattina in quella classe con un desiderio, e fai attenzione che non sia quello di sopravvivere alla giornata! Deve essere un sogno. È con un sogno che si prepara la cartella, è con un sogno che si prepara la vita.