Sinodo e atteggiamento dei cristiani per una Chiesa nuova
Il Sinodo dei Vescovi che si apre oggi (vedi Avvenire “Sinodo al via, cosa c’è da sapere“) è uno strumento antico che la Chiesa utilizza per interrogarsi, sotto la luce dello Spirito Santo e con la forza della comunione, alla ricerca di strade e cammini nuovi.
Il Sinodo attuale però, è a sua volta uno strumento nuovo, perchè coinvolgerà in modo unico e speciale anche le Chiese particolari, ovvero le Diocesi. Non si tratta dunque di una chiacchierata a porte chiuse tra prelati illuminati, ma un’operazione di ascolto e di comunione che vorrebbe coinvolgere tanti, forse tutti.
Ripenso alle questioni più spinose che la Chiesa di oggi, guidata da papa Francesco, si trova a dover affrontare: la necessità di un modello pedagogico nuovo, in grado di distaccarsi completamente dalle metastasi della pedofilia e del clericalismo (leggete Avvenire del 6 ottobre ’21); l’urgenza di una composizione delle fratture sempre più ampie tra una Chiesa più tradizionale e istanze di una avanguardia che non vorrebbe aspettare nessuno; l’importanza di raccogliere la sfida che le questioni più spinose del presente pongono ai cristiani (come il rapporto con le religioni, i flussi migratori, le sfide della scienza e dell’ecologia). Il Sinodo non risponderà a tutto questo, ma traccia la strada per un atteggiamento fondamentale: quello di una partecipazione attiva dei cristiani.
Il Sinodo, dice il papa, vuole coinvolgere i cristiani tutti!
È importante che ce ne ricordiamo anche noi, dall’osservatorio della nostra comunità che cambia baricentro e si sente chiamata a rinnovarsi:
se i cristiani lamentano una Chiesa vecchia, ma si limitano ad attendere passivi che ne sopraggiunga un’altra, resteranno al bordo della strada in eterno, come Didi e Gogo, i due protagonisti del famoso dramma di Samuel Beckett, in cui il tanto atteso Godot, non arriva oggi, ma verrà (sempre) domani…