Nel numero 24 del foglietto di quest’anno abbiamo delineato alcune parole chiave di un progetto pastorale della nostra comunità. In questo weekend in cui nel ritiro si parla proprio di questo, stampiamo queste note di progetto per indicare a tutti le idee guida del progetto pastorale che verrà alla luce nelle prossime settimane. Ecco a voi le nostre parole chiave.
Baricentro
Per baricentro intendo il focus della comunità. In questi due anni si è confermata l’impressione che avevo avuto fin dall’inizio, davanti ad un quartiere in continua evoluzione. La parola d’ordine è missione, perchè ci sono migliaia di persone che stanno cominciando a sentirsi “gente di quartiere” ma certamente, in quanto appena arrivati o in arrivo, non sono ancora gente di parrocchia! Occorre dunque un deciso cambiamento di prospettiva: la nuova comunità della stalla cattedrale di vent’anni fa, è ora la “vecchia GaN”, un nucleo importante che però deve percepirsi con uno sguardo nuovo, rivolto a gente nuova da accogliere:
il baricentro deve cambiare.
A prova di giovani
Giovani chi?
Siamo nel quartiere in cui l’età media della popolazione è la più bassa della città, forse della Diocesi.
Perciò, l’aggettivo “giovane” si può applicare un po’ dappertutto: giovani famiglie, giovani coppie, giovani ragazzi e ragazze di quartiere, giovani proposte e idee, perchè avendo una parrocchia che ha poco più di trent’anni, anche i sogni sono liberi dal peso di tradizioni troppo ingombranti e ingessate.
Dovremo quindi mettere sotto esame le nostre attività, le nostre strategie pastorali e le nostre iniziative per vedere se sono “a prova di giovani“. Cito alcuni ambiti di discernimento che mi sembrano prioritari.
La Messa
Abbiamo una Chiesa bella ma piccina. Le nostre Messe, per orario e per destinazione, sono adatte a richiamare l’attenzione dei nostri parrocchiani? Abbiamo inserito una Messa dedicata ai bambini, alle 19 del sabato: la vogliamo tenere? E per chi? Che Messa possiamo indicare per le giovani famiglie?
Proposte alle famiglie
Sono adatte a fare i conti con migliaia di nuovi nuclei, che stanno popolando le case appena costruite o in via di ultimazione?
Luoghi fisici, ovvero strutture
Il modo che abbiamo di gestire e pensare i luoghi fisici della parrocchia, è adatto ad accogliere le esigenze della giovane comunità o ricalca ancora uno schema adatto ad un’altra epoca che si è ormai conclusa?
Battesimi
Nella nostra giovane comunità ci sono più battesimi che funerali! Come coinvolgere le giovani coppie di genitori, perchè sentano realmente di essere parte di una Chiesa che li accompagna nel cammino della loro vocazione?
Oratorio
Una comunità che si caratterizza come “nuova” e “giovane”, prima o poi si riempie di piccoli, si popola di ragazzi, e accoglie i giovanissimi.
Per loro, c’è un luogo importante che la nostra tradizione ha coltivato e protetto: l’Oratorio. Esso non è semplicemente un luogo, ma si configura altresì come una proposta che si attua nella comunità, per aiutare i più giovani a vivere da cristiani, e cioè a stare insieme conoscendo Gesù e imparando a mettersi in gioco per gli altri.
Le proposte spirituali per i ragazzi oggi sono molte meno di un tempo, ma certamente ce ne sono di diverse; tuttavia, quella dell’Oratorio accoglie la sfida che una parrocchia in quanto tale pone: stare insieme essendo diversi, sul territorio.
Nella nostra comunità l’Oratorio è ancora solo abbozzato, perchè non è ancora in atto quell’avvicendamento educativo che permette ai bambini di vedere tutta la strada che li attende: i giovani che partecipano alla Messa sono pochi, e i ragazzi del quartiere non vedono ancora l’Oratorio come una proposta per loro: la percepiscono semplicemente come un luogo per bambini.
Per questo, da quest’anno, dovremo investire energie educative ed economiche nell’Oratorio, che permettano di rendere consistente la sua proposta, facendo spazio ai più giovani e abbozzando per loro un percorso di fede e di educazione.
Concretamente, alcune scelte di fondo sono già state effettuate; la principale è che da quest’anno avremo un educatore professionale che si occuperà insieme al parroco dei cammini dei ragazzi e dei giovanissimi.
Infine, dovremo dotarci di uno strumento per leggere e determinare la fisionomia dell’Oratorio: quello del Consiglio dell’Oratorio: parallelamente al direttivo della Società sportiva, e in relazione con esso, coinvolgerà educatori, catechisti e genitori, che pensano insieme all’educazione cristiana dei più piccoli.
Come vedete, il lavoro è parecchio, ma abbiamo già cominciato.
Animazione
Se c’è una cosa che la nostra comunità ha coltivato da tempo è la comunione: questo è un punto forte e fondamentale che struttura la parrocchia.
Io stesso, ho sperimentato personalmente la grande accoglienza di cui il GaN è capace, soprattutto in relazione a tante persone che sanno mettersi in gioco, interessarsi degli altri e creare comunità.
Un aspetto determinate della comunione di cui il GaN è capace, è stato quello dell’animazione.
Peccato però che la vicenda del CoVid ci abbia costretto a subire una battuta d’arresto: niente più feste, niente più animazione e poca possibilità di stare insieme.
Quest’anno abbiamo buone ragioni per sperare che si possa ricominciare. Sì, ma a partire da cosa?
Animazione non è semplicemente mettere le salamelle sulla griglia: occorre pensare insieme a chi ci stiamo rivolgendo e come, che cosa vogliamo curare e perchè!
Tutto quello che abbiamo evidenziato fino ad ora ha bisogno di animazione, e anche altri aspetti di cui non ho accennato hanno bisogno di animazione: uno tra tutti è quello della terza età.
Sì, perchè nella comunità non ci sono solo i giovani. Ma cosa significa elaborare una proposta per la terza età? La domanda non è scontata: la terza età in una comunità è fatta di uomini e donne attivi e protagonisti, ma anche di ammalati che non possono più accedere alla parrocchia e che tuttavia hanno bisogno di essere da essa raggiunti. Dunque serve una proposta molteplice, a diversi livelli e non si può scambiare la proposta per la terza età con il semplice spazio per giocare a carte.
Una pastorale di animazione e di cura degli anziani va completamente reinventata, cambiando anche alcuni equilibri consolidati, che però il CoVid e il venir meno di alcune persone-chiave hanno irrimediabilmente compromesso.
Strumenti
Come faremo ad occuparci di tutto quello che bolle in pentola?
Tra le frasi che ho scritto, fanno capolino diversi punti interrogativi: come facciamo a trovare le risposte?
Ci servono alcuni strumenti! Ne evidenzio due, che quest’anno saranno al centro della nostra attenzione.
1. Il Consiglio Pastorale
Di “Consiglio” ho già parlato, relativamente all’Oratorio. Ma c’è un consiglio ancora più importante che rappresenta uno strumento di confronto e di riflessione con il quale il parroco cerca di delineare il percorso della comunità: si tratta del CPP (il consiglio pastorale parrocchiale).
Il Consiglio attuale è in carica da sette anni (due in più del suo mandato), e sebbene con alcune integrazioni e avvicendamenti, appartiene ormai ad un’epoca differente.
Le elezioni del CPP che tutta la Diocesi effettuò nel 2019, furono inizialmente posticipate perchè quell’anno coincideva con il mio arrivo e sarebbe stato prematuro che si tenessero allora.
Il Covid tuttavia ci ha impedito di trovare il tempo propizio per nuove elezioni, ma quest’anno, all’inizio del tempo di Avvento, la parrocchia avrà un nuovo CPP.
Personalmente tengo molto al Consiglio Pastorale, e credo sia uno strumento imprescindibile per rispondere alle tante doman de che si pongono lungo il cammino di una comunità, e cercare insieme risposte che vengono dallo Spirito Santo. Dovremo dunque lavorare, per organizzare le elezioni che permettono la sua costituzione, nel modo migliore e più aperto possibile.
2. L’appello ai fedeli
Quando le domande trovano risposta, serve poi qualcuno che si rimbocchi le maniche e si giochi la carta dell’impegno e del servizio all’interno di una comunità cristiana. Credo quindi che lo strumento dell’appello ai fedeli, perchè facciano un passo avanti sia davvero importante nella Chiesa.
La parrocchia non è un giardino chiuso, in cui alcuni si occupano di tutto, e gli altri non possono farci niente! Dobbiamo permettere alle tante persone, anche nuove, di scoprire come fare il bene che possono, laddove si sentono chiamate!Tante volte invece, in tante comunità, ha prevalso la lamentela: “quelli che si rimboccano le maniche sono sempre gli stessi”… ma la strada per cambiare le cose non è che quelli che ci sono si tirino indietro, ma che altri vengano chiamati, e infine coinvolti, facendo spazio anche a loro!
Lo strumento dell’appello lo abbiamo dunque già usato due volte: nel 2019 abbiamo cercato “i missionari”, ovvero gente che si rendesse disponibile a portare nei propri palazzi il messaggio della visita natalizia del sacerdote, e nel 2021 abbiamo iniziato l’appello “dagli un’anima”, cercando persone che si mettessero a disposizione per l’animazione delle celebrazioni.
Quest’anno dovremo cercare ancora e altrove, chiedendo la disponibilità di chi può rendersi protagonista di questa animazione che la comunità deve tornare a vivere.
Vi aspettiamo tutti!