Mese della pace, settimana dell’educazione e preghiera per l’unità dei cristiani.
Sono concetti che vanno in rima e si rincorrono a vicenda, in un circolo virtuoso che ci fa stare in equilibrio, sopra il baratro di tante paure tutt’altro che immaginarie.
La terza guerra mondiale a pezzi è ormai una realtà conclamata, e ci chiediamo come sia potuto accadere che in tanti luoghi del mondo, entro scenari estremamente diversi, la strategia della violenza si sia materializzata dal nulla, quasi per un orrendo sortilegio.
Succede come in un incendio: quando ci si rende conto che quel mozzicone insignificante o quella scintilla da nulla sono stati incredibilmente la causa di tutto!
Ma è possibile che la stessa logica, vissuta all’opposto, da questo baratro ci possa pian piano allontanare?
Forse sì: anche nel bene, ciò che è piccolo conta, e le esperienze particolari hanno prima o poi la forza di scatenare processi più ampi, talvolta universali.
In altre parole, anche la pace nasce dal basso e può germogliare dall’educazione e dalla cura dei singoli, nelle pieghe dell’esistenza che si gioca nel quotidiano.
Se pace ed educazione fanno rima, è perchè quest’ultima è in realtà la premessa della prima.
In questo mese denso di appuntamenti, cerchiamo dunque di leggere e capire, per scegliere e metterci in gioco.
Le preghiere che vivremo, la serata sull’educazione, la veglia della pace con il concerto del 9 febbraio, saranno occasioni di lavoro, educazione, arricchimento.
Ne abbiamo bisogno! Proprio come c’è bisogno di una boccata di ossigeno in una stanza con l’aria viziata! E il mondo non ci scorra accanto con le sue vicende, ma possiamo noi stessi essere parte di vicende buone che lo cambino da dentro.