Si è vecchi quando domani è già ieri
Arthur Journo
Mi sono imbattuto di recente in questa frase, tratta dal diario di A.J. pubblicato con il titolo “il ribelle”. Non so se capita anche a voi, ma a volte certe parole e soprattutto certe frasi di un respiro un po’ più ampio, girano come foglie autunnali nella testa, posandosi qua e là su quel che viviamo, a volte per restare definitivamente incollate sul terreno di certi avvenimenti, altre per essere di nuovo sollevate nel vento e portate da qualche altra parte.
Nell’aria pesante di questa settimana, in cui le nubi dense di una guerra sempre più delirante si accumulano all’orizzonte, queste parole si sono posate nel fango di certezze sempre più fragili e sempre più balbettate, come quella di un mondo illuminato dalla ragione, o anche solo dall’esperienza.
Invece della speranza e della fiducia, si fanno strada domande sempre più pressanti e inclementi: noi, civiltà matura e consapevole del passato, abbiamo davvero imparato qualcosa dalla storia? Oppure saremo sempre destinati a compiere gli stessi errori?
“We never change. Do we?” (Coldplay, “We Never change”)
recita un brano dei Coldplay in una canzone malinconica come quando si scioglie la neve: “non cambiamo mai! Non è vero?”.
Arthur Juno visse lo strazio della guerra e dei pogrom: una vita che fu letteralmente un difficile cammino verso la terra promessa. Che cosa intendeva dire affermando che si è vecchi “quando il domani è già ieri”?
Forse indicava quello stato d’animo di cui parla Vasco, in un brano che racconta di quando uno ha smesso di credere nel domani e nelle sue possibilità:
“Ed ora che del mio domani non ho più la nostalgia, ci vuole sempre qualcosa da bere, ci vuole sempre vicino il bicchiere“. (Vasco Rossi, “Stupendo”)
Il domani è già ieri quando diciamo “ormai ho già visto tutto quello che c’era da vedere”, “ormai so tutto quello che c’era da sapere”.
Se per noi le cose sono sempre le stesse, se pensiamo che il domani sia già scritto nel perpetuarsi degli errori di ieri, non significa che oggettivamente non c’è speranza, ma che noi non la sappiamo trovare perchè siamo già vecchi dentro, indipendentemente dall’età biologica delle nostre cellule.
Ebbene: questo non è un paese per vecchi! il mondo è un posto per gente che guarda al domani rendendosi conto di avere ancora gli strumenti e le possibilità per cambiarlo.
Abbiamo meditato altre volte in verità, su questo atteggiamento del credente verso il domani! Ricordate? Dalla sera alla mattina: tutto ciò che è creativo, come l’azione di Dio in Genesi, non guarda mai al tramonto come a un punto di arrivo, ma attende l’alba, per inventare ancora.
Di fronte alle minacce di una guerra che potrebbe essere persino atomica, davanti al sospetto che nulla abbiamo imparato dal passato, voglio vivere verso un domani in cui ieri non torni mai più.