(…) L’esercizio della responsabilità richiede molte virtù: l’onestà, il discernimento, la prudenza, la fortezza, la mitezza, il senso dell’umorismo e alcune che mi sembrano particolarmente necessarie oggi, come la lungimiranza, la stima di sé e la resistenza. Ma per il servizio al bene comune, insieme a queste virtù è necessario uno stile che forse possiamo definire con la virtù della gentilezza. Per gentilezza non intendo solo le “buone maniere”, ma quell’espressione della nobiltà d’animo in cui si possono riconoscere la mitezza, la mansuetudine, la finezza nell’apprezzare ogni cosa buona e bella, la fermezza nel reagire all’offesa e all’insulto con moderazione e pazienza.
– – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – –
(…) Siate benedetti voi che sapete guardare avanti e diffondere fiducia con la serietà e la gentilezza delle persone per bene, come artigiani del bene comune.
Siate benedetti voi tutti che avete stima di voi stessi e che perciò vi fate avanti per l’impresa di aggiustare il mondo, con determinazione e gentilezza, e trovate insopportabili e ridicole l’arroganza e la presunzione.
Siate benedetti voi che siete forti e sapete resistere nelle prove e respingere, non con proclamazioni vuote e dimostrazioni inutili, ma con gentile fermezza, le tentazioni e cercate con tutte le forze di sradicare la malapianta della malavita e della corruzione.
Siate benedetti tutti, voi uomini e donne, di ogni popolo e lingua, di ogni condizione e in ogni situazione: il nostro santo patrono Ambrogio vi incoraggi con il suo esempio, interceda per voi presso Dio e vi raduni come un popolo che sa lavorare, sa sperare e sa cantare.